Il suo punto di forza è l’originalità: l’ultima versione, arrivata a fine 2016, reinterpreta lo stile della C4 Cactus, con dimensioni più compatte e caratteristiche da cittadina quattro metri. In effetti, le differenze estetiche e di personalità rispetto alla precedente C3, quella del 2009, sono enormi. Tanto per fare l’esempio più evidente, la “firma” della nuova C3, linee a parte, è tutta nella trovata degli airbump, i paracolpi laterali. Inoltre la Citroën rinuncia a una delle peculiarità tecnologiche del precedente modello, l’enorme parabrezza/tetto Zenith. Con il nuovo stile Suv c’entra poco, e quindi via: se proprio si vogliono vedere le stelle, c’e il tetto panoramico, piu arretrato e ben separato dal parabrezza. Ma attenzione, va bene soltanto se non si viaggia con passeggeri alti, i quali altrimenti toccherebbero con la testa. Pure l’abitacolo risulta ispirato alla Cactus. Si ritrovano sedili e divano abbondanti e ben conformati, un’atmosfera da salotto e una plancia in cui spicca il Touch Pad, mentre a differenza della sorella più grande non ci sono i vetri a compasso posteriori, né il piantone dello sterzo regolabile soltanto in altezza. Scelte, queste ultime, giustificabili su un’auto spartana e particolare alla maniera di certe antiche Citroën, ma non certo su un modello che ambisce a conquistare gli automobilisti con la sua originalità, senza pero rinunciare a confort e qualita. I nfine c’è la ConnectedCAM, telecamera sul parabrezza per condividere foto e brevi video fatti al volante. Una trovata che sa di hi-tech senza costare troppo, utile per piacere ai più giovani. Per gli altri, design a parte, non resta che confermare che l’1.2 tre cilindri turbobenzina va veramente bene. E che consuma così poco che puntare sull’1.6 HDi non sembra necessario.
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